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I mestieri del vivere

Copertina di Zapruder, n. 3 (mag-ago 2004)

Copertina di Zapruder, n. 3 (mag-ago 2004)

Indice n. 3 – gen-apr 2004

Il tema portante di questo terzo numero di “Zapruder” è la storia del lavoro. Non a caso si è scelto come titolo della parte monografica (lo Zoom) “I mestieri del vivere”.
Attraverso una serie di contributi, innovativi e originali, abbiamo discusso di lavoro e di lavoratori per ricostruire la genealogia di uno degli eventi più significativi della storia occidentale.

La coercitiva capacità del sistema capitalistico di razionalizzare la vita quotidiana a fini di profitto, purché sia, ci risospinge continuamente tra gli ingranaggi di una temibile macchina molecolare che è al tempo stesso ideologia, cultura e modo di sopravvivenza.

Concetto e metodo allo stesso tempo dell’ingranaggio produttivo, modo dell’agire di tutti, della società intera, e criterio di pensabilità della meccanica capitalista, diviene il lavoro.

Con l’avvento della società industriale il lavoro diventa la condizione indispensabile per esistere in un ambiente che ne riproduce continuamente l’idea, non solo nella concreta realtà fisica (necessità ineludibile di sostentare il corpo) ma anche nel linguaggio (l’unico discorso pronunciabile sarà quello del lavoro e sul lavoro). Non lavorare, insomma, diventa impossibile; l’ozio si trasforma nella deprecabile resistenza ad una sorta di imperativo morale al quale non possiamo e non dobbiamo sottrarci mai.

Il lavoro, in verità, è ciò che ci fa vivere e ciò che ci fa morire; nella singolare disposizione di forze di cui la nostra esistenza è forma pulsante, dobbiamo saper riconoscere il potere sulla vita incessantemente esercitato su di noi, per plasmarla e a volte renderla persino irriconoscibile, travolti come siamo nel perverso gioco, drammaticamente costrittivo, del produrre ad ogni costo accrescendo la nostra capacità di accumulare denaro e privilegi al fine di sottrarci alle catene di una schiavitù insostenibile, illusoriamente ritenendo che così ne vada della nostra liberazione.

EDITORIALE

ZOOM: I MESTIERI DEL VIVERE

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LA RICERCA CHE NON C’È

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LA STORIA AL LAVORO

INTERVENTI

RECENSIONI

Luigi Ambrosi (Antonino Campennì, L’egemonia breve); Angelo Bitti (Paolo Raspadori, Lavoro e relazioni industriali alla Terni); Claudio Del Bello (Vladimiro Satta, Odissea nel caso Moro); Marco Ficarra (Marjane Satrapi, Persepolis); Franco Milanesi (Ermanno Rea, La dismissione); Monica Pacini (Laura Guidi e Annamaria Lamarra, a cura di, Travestimenti e metamorfosi); Andrea Rapini (Francesco Biscione, Il sommerso della Repubblica)

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