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Potere e popolo? Call per Zapruder 53

AGGIORNAMENTO: la scadenza è prorogata al 31 ottobre
UPDATE: the deadline is now 31st October

Da oggi puoi inviare una proposta per il n. 53 di «Zapruder», che verterà sull’idea di democrazia e la sua crisi. Sotto la call.
(English below)

Scadenza: 31 ottobre 2019
Lunghezza massima: 500 parole
Indirizzo: zapruder [at] storieinmovimento.org
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Proponente/curatore: Giovanni Pietrangeli

Potere e popolo? Democrazia: genealogie globali e crisi di un’idea

La democrazia è sempre più un oggetto misterioso. La sua crisi è evidente, almeno nello spazio euroatlantico, in particolare nelle sue espressioni formali, come l’esercizio dei diritti civili, il pluralismo politico, il libero esercizio del voto. La scarsa affluenza che ha caratterizzato le ultime tornate elettorali in Paesi come l’Italia, la Francia, la Spagna, è solo la punta dell’iceberg. Elementi critici sono anche la costruzione del consenso intorno a programmi e parole d’ordine polarizzanti, una domanda “politica” orientata alla semplificazione delle procedure normative e alla centralità del leader (Ferrajoli, 2011), la diffusione di strumenti di consultazione digitali la cui trasparenza e imparzialità sono ben lontane dall’essere garantite (Gambetta, 2018; Morozov 2012). Così come scivolosa è la definizione di popolo. Nonostante le evidenti disuguaglianze, il richiamo a un contenitore che includa trasversalmente settori assai ampi della società e interessi in aperta contraddizione, è ad oggi fortissimo. Dal punto di vista dell’offerta politica, l’idea di “popolo” come soggetto politico uniforme, suscita una fascinazione ambigua tanto negli ambiti tradizionalmente più vicini a un’idea di società organica, come la destra neofascista, quanto nella sinistra ex marxista, orfana di una narrazione che sappia mobilitare consenso intorno a un proprio modello di organizzazione politica e sociale (Dal Lago, 2017; Ginzberg, 2019; Finchelstein, 2019, Laclau, 2008, Mouffe, 2018). Tuttavia, una volta sgomberato il campo dalle definizioni di democrazia che ci arrivano dai regimi politici emersi tra il secondo dopoguerra e gli anni della Guerra fredda (democrazia liberale, popolare, socialdemocrazia), è forse possibile immaginare nuovi orizzonti, pratiche e modelli di organizzazione democratica, intesa come devoluzione di potere a una platea di soggetti attivi, consapevoli e coinvolti nei processi decisionali.

Esempi importanti ci arrivano dall’analisi di lungo periodo di Temma Kaplan (2015), che dalle forme di gestione delle risorse idriche nell’antico Egitto arriva ai giorni nostri, passando per le rivoluzioni costituzionali dell’età moderna. Oppure dall’organizzazione dei beni comuni (università e regole) nel mondo alpino e rurale di Antico regime (Bonan, 2019). O ancora, dalle pratiche di democrazia sostanziale in assenza di democrazia formale, come possono essere le organizzazioni di comunità locali o sui posti di lavoro in contesti di guerra o regimi autocratici (Harvey, 1998; Özselçuk, Küçük, 2016). Il rovescio della medaglia, sono le profonde criticità che hanno caratterizzato quegli ordinamenti unanimemente definiti “democratici”: in particolare il tema dell’esclusione (delle donne, degli stranieri, dei marginali), sui cui si sono fondate le società, dall’Atene di Pericle agli stati liberali del XX secolo, e che impongono una rilettura critica del concetto di cittadinanza, di “popolo” e dell’organizzazione sociale (Davis, 1981; De Luise, 2018).

«Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale» per il numero 53, in uscita nel settembre – dicembre 2020, vuole indagare le genealogie del concetto di democrazia e la sua crisi, dentro una periodizzazione ampia e con un focus globale, raccogliendo contributi che possono situarsi lungo i seguenti assi tematici:

  • le organizzazioni orizzontali della società ed esempi di devoluzione di potere dalle civiltà protostoriche all’Antico regime;
  • gli spazi contesi della democrazia negli ordinamenti contemporanei;
  • la crisi della democrazia nel passato e le sue ragioni;
  • le forme alternative di organizzazione democratica (consiliarismo; democrazia digitale);
  • le pratiche e le rivendicazioni di inclusione dei soggetti estromessi dalla partecipazione politica e dai diritti di cittadinanza;
  • le narrazioni utopiche connesse o riconducibili a un’idea di democrazia.

Le proposte, della lunghezza di 500 parole, dovranno essere inoltrate a zapruder [at] storieinmovimento.org entro il 12 ottobre 2019.

Power and people? Democracy: global genealogy and the crisis of an idea

Deadline: 31st October 2019
Length (max): 500 words
Send to: zapruder [at] storieinmovimento.org
[icon name=”file-pdf-o” class=”” unprefixed_class=””] Download as pdf

Editor: Giovanni Pietrangeli

Democracy is an increasingly undefined concept. Its crisis is clear, at least in the Euro – Atlantic space, and particularly in its formal aspects, as civil rights’ application, political pluralism, free exercise of the right to vote. The low voter turn-out in countries such as Italy, France, Spain, is just the tip of the tidal wave. Critical aspects are also consensus-building on polarizing claims, political “demands” for simplification of procedures and focus on leadership (Ferrajoli, 2011), the widespread use of digital poll platforms in which transparency and neutrality are everything but guaranteed (Gambetta, 2018; Morozov 2012). The definition of People is a slippery concept too. Despite increasing inequalities, the call for cross – cutting identities, including wide social sectors and conflicting interests, is nowadays very strong. From the political point of view, the idea of “People” as a uniform political entity has widespread support ranging from groups which are closer to the idea of an ‘organic society’, such as the Neofascist Right, to former Marxist Left groups unable to build consensus around their own political and social frameworks (Dal Lago, 2017; Ginzberg, 2019; Finchelstein, 2017, Laclau, 2007, Mouffe, 2018). However, once the field is clear of those definitions of democracy inherited by the political regimes that sprung up after World War II and during the Cold war (liberal-democracy; popular democracy; social-democracy), it is possible to imagine new landscapes, practices and democratic frameworks based on devolution of powers to larger groups of active and conscious social subjects involved in decision-making processes.

Relevant models are those proposed by Temma Kaplan’s longue durée study (2015), which starts with exploring water supply management in the ancient Egypt, moving to the Contemporary Age via the constitutional revolutions during the Modern Age. Another possible framework is the Organization of Commons (università and regole) in the alpine communities of the Ancien Régime (Bonan, 2019). Alternative models are the practices of democracy in absence of formal democracy like in situations of war or under autocratic regimes (Harvey, 1998; Özselçuk, Küçük, 2016). On the other side of the coin are the critical issues that characterise those regimes commonly known as “democracies”; in particular the principle of exclusion (of women, foreigners, outcasts), on which human societies were founded from Pericle’s Athens to the XX century liberal States. Those critical issues force us to identify different ideas of citizenship, “People” and social organization (Davis, 1981; De Luise, 2018).

«Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale» for its 53 Issue, out on September – December 2020, will explore the genealogy of the idea of democracy and its crisis, with a wide temporal and geographical focus, collecting contributions on the following lines:

  • horizontal society organizations and models of power devolution, from prehistoric civilization to Ancien Régime;
  • contested spaces of democracy in contemporary regimes;
  • the crisis of democracy in the past and its reasons;
  • alternative ways of democratic organization (counciliarism; digital democracy);
  • claims of inclusion from individuals and groups excluded from political participation and citizenship rights;
  • le narrazioni utopiche connesse o riconducibili a un’idea di democrazia.

Proposals, 500 words length, must be submitted at zapruder [at] storieinmovimento.org. Submission deadline is October 12th 2019.

Bibliografia/Bibliography

Bonan, G. (2019) The State in the Forest: Contested Commons in the Nineteenth Century Venetian Alps, White Horse Press, Cambridge
Dal Lago, A. (2017) Populismo digitale. La crisi, la rete e la nuova destra, Raffaele Cortina editore, Milano;
Davis, A. (1981), Women, race and class, Random house, New York;
De Luise, F. (a cura di) (2018), Cittadinanza: inclusi ed esclusi tra antichi e moderni, Università degli Studi di Trento, Trento;
Ferrajoli, L. (2011), Poteri selvaggi. La crisi della democrazia italiana, Laterza, Roma – Bari;
Finchelstein, F. (2019), Dai fascismi ai populismi. Storia, politica e demagogia nel mondo attuale, Donzelli, Roma;
Gambetta, D. (a cura di) (2018), Datacrazia. Politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data, D Editore, Ladispoli;
Ginzberg, S. (2019), Sindrome 1933, Feltrinelli, Milano
Harvey, N. (1998), The Chiapas Rebellion: the struggle for land and democracy, Duke University Press, Durham – Londra
Kaplan, T. (2015), Democracy: a World History, Oxford University Press, Oxford
Özselçuk, C., Küçük, B. (2016), TheRojava Experience: Possibilities and Challenges of Building a Democratic Life, «South Atlantic quarterly», 115, pp. 184 – 196
Laclau, E. (2008), La ragione populista, Laterza, Roma – Bari;
Morozov, E. (2012), The net delusion. The dark side of internet freedom, Public Affaires, New York
Mouffe, C. (2018), Per un populismo di sinistra, Laterza, Roma – Bari.

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