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Essere tifosi: dentro l’intestino della società. “Tifo” su «Liberementi»

In tempi di emergenza sanitaria con conseguente chiusura degli stadi e sospensione del campionato di calcio, Federico Vergari ha letto e recensito il numero 48 di «Zapruder» sul tifo sportivo.

Essere tifosi: dentro l’intestino della società.

di Federico Vergari

Il numero di Zapruder monografico sul tifo mi è arrivato parecchio tempo fa. Abbondantemente prima di natale, ma complici un paio di impegni grossi di lavoro, una maratona da correre e un ricovero inatteso (non collegato alla Maratona, ci tengo a specificarlo) mi sono trovato a sfogliarlo con grave ritardo.
Oggi c’è la Lazio prima in classifica, Il Coronavirus sta bloccando il Paese e io sto preparando un’altra maratona (che probabilmente non correrò a causa del punto precedente). Sfoglio il numero in maniera randomica e la mia attenzione e mi accorgo di quanto sia ampia la forbice con cui viene trattato il concetto di tifo in questa rivista così puntuale e desiderosa di raccontare un pezzo di mondo dal suo punti di vista.

Sport e società vanno di pari passo. Così come il binomio tifoso e politica. E il numero di questa rivista ci dice proprio questo. Che esistono delle letture altre che sanno andare oltre il semplice gesto sportivo e il tanto banale quanto fastidioso coro offensivo.

Essere tifosi, essere ultras, significa stare aggrappati con le unghie e con i denti non nella pancia, ma nell’intestino della società. Sentirne tutti i movimenti, gli umori, gli sbalzi. Farne parte come un batterio, forse a volte pure come un tumore.

Continua a leggere su Liberementi!

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