Salvatore Iaconesi aveva l’odore di una biblioteca in un bosco.
Ci eravamo incontrati a La pecora elettrica, prima che le fiamme la bruciassero, per presentare Hack the System, a cui lui stesso aveva contribuito.
Da allora le orecchie devono essergli fischiate diverse volte (e non per il cancro), visto quanto lo abbiamo evocato. Perché ogni volta che riprendevamo in mano l’idea di tornare a lavorare su quei temi era sempre lui quello da contattare.
La discussione quella sera, come spesso è successo per le presentazioni di «Zapruder» 45, aveva assunto toni surreali. Tra rimostranze dei partecipanti perché non li stavamo salvando da Google e invettive del moderatore su quanto fossimo ormai bersagliati da una pioggia di merda.
Iaconesi era portatore innato di prospettive altre, sempre e comunque. In quel caso era proprio a proposito della merda perché, attenzione, non necessariamente la pioggia di merda deve essere una disgrazia, qualcuno potrebbe pure esserne felice.
Un punk hacker ontologicamente parlando. Nulla da eccepire.
Resta quindi il rammarico per ciò che avrebbe potuto essere con lui da vivo, ma continueremo comunque a evocarlo e a fare in modo che gli fischino le orecchie nel cyberspazio in cui si è accasato.
Ciao Salvatore.
Ilenia, Ivan e la redazione di «Zapruder»