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Ciao Carmelo!

Ci ha raggiunto la triste notizia della scomparsa di Carmelo Adagio, uno dei fondatori della nostra associazione.
Lo ricordiamo con le parole di Fabrizio Billi.

Ciao Carmelo!

Carmelo Adagio è morto il 16 settembre 2022, a soli 55 anni, per un infarto improvviso. È stato uno dei fondatori di Storie in movimento. Faceva parte di quel gruppetto di una decina di persone che promosse l’appello per una rivista di storia della conflittualità sociale. Da quell’appello, sottoscritto poi da oltre duecento persone, nacquero Storie in movimento e la rivista «Zapruder».

L’interesse per la storia e in particolare per la storia del conflitto sociale era uno dei molteplici interessi di Carmelo. È probabilmente impossibile elencare tutto ciò che lo interessava: il cinema, la letteratura, le serie televisive, la ricerca di buoni ristoranti, i fumetti, la politica, la scuola e la didattica, lo sport sia praticato (rugby, ciclismo, pugilato, canoa) che seguito come appassionato, con sveglie in piena notte per seguire in diretta qualche partita di rugby a molti fusi orari di distanza. E infine, come se non bastassero tutti questi interessi, anche la passione per gli animali domestici, soprattutto i suoi adorati cani: prima Pip e poi Marx.

La sua curiosità e voglia di conoscere era enorme, pari soltanto al piacere di stare insieme agli altri. La dimensione collettiva dell’esistenza è stata caratteristica nella vita di Carmelo. Fin da quando era studente aveva animato iniziative politiche e culturali nel suo paese natale, Lentini, nei pressi di Catania: un giornalino locale, il circolo di Legambiente, il cineclub. Successivamente, quando si trasferì a Bologna, fu impegnato nel movimento contro la globalizzazione neoliberista, nell’associazione Attac, poi presidente del quartiere San Vitale. Ma ciò che caratterizzava queste forme di impegno sociale e politico era l’atteggiamento con cui Carmelo le viveva. La politica era un modo per cambiare collettivamente il mondo e cercare di vivere meglio, tutti. Chi ha partecipato assieme a Carmelo a quelle esperienze politiche sa quanto era importante per lui la dimensione dell’amicizia e della fraternità. I suoi compagni di avventure politiche e culturali spesso divenivano suoi amici. Ma, attenzione, ciò non significava chiudersi in una bolla con chi la pensa allo stesso modo, come per lo più avviene nel variegato e frammentato mondo della sinistra. Era esattamente il contrario. Era un uomo capace di creare relazioni, soprattutto tra persone diverse per formazione culturale, convinzioni e idee. Nel variegato mondo di chi cerca di combattere le ingiustizie e aiutare i più svantaggiati, riusciva a creare relazioni feconde tra diversi: credenti e atei, anarchici e socialdemocratici, sindacalisti di base e confederali.

Questa mescolanza tra diversi era proprio teorizzata da Carmelo e da Simona, sua compagna di vita e poi moglie. Spesso facevano incontrare persone molto diverse, ma che ritenevano di valore. A volte organizzavano cene conviviali, altre volte le coinvolgevano in attività culturali. E questa sinergia tra diversi è una caratteristica fondativa di Storie in movimento.

Ricordare il contributo di Carmelo a Storie in movimento, significa ricostruire il percorso che ne portò alla costituzione, poiché Carmelo fu impegnato in prima persona in quelle vicende.

L’interesse per la storia è stato predominante in una fase della vita di Carmelo. Dopo la laurea in lettere, vinse un dottorato in storia, che si concluse con la pubblicazione di un libro sulla Spagna contemporanea. Tramite l’indimenticato Rocco Cerrato (anch’egli recentemente scomparso), docente a Urbino e da sempre impegnato in politica nella sinistra post sessantottina, all’inizio degli anni novanta Carmelo entrò in contatto con l’Archivio storico della nuova sinistra “Marco Pezzi” di Bologna. Partecipò a ricerche storiche che si conclusero con la pubblicazione di un libro sul ’68 a Bologna ed uno sulla stagione dei movimenti.

Negli anni novanta si intrecciarono diverse iniziative sulla storia dei movimenti, soprattutto sul ’68 e gli anni ’70. Oltre a quella già ricordata dell’ Archivio storico della nuova sinistra “Marco Pezzi”, quelle del «Bollettino per il 68» o dell’allora nascente Centro studi movimenti di Parma. Oppure quella del gruppetto bolognese che informalmente si autodefinì “collettivo storici di Strada Maggiore”, dal nome della strada in cui aveva sede l’Archivio “Marco Pezzi”, presso cui ci si ritrovava. Soprattutto a quest’ultima Carmelo partecipò attivamente, curando, assieme a Rocco Cerrato e a Simona Urso, la pubblicazione di un libro sugli anni che precedettero il ’68, nonché collaborando con la rivista «Alternative».

Nei primi anni di «Zapruder», fece parte della redazione, e diverse riunioni di redazione si sono svolte a casa sua e di Simona. Oltre che redattore, fu un efficace diffusore della rivista e collettore di abbonamenti. Anche questo dipendeva dalla sua capacità di relazionarsi con gli altri. Non voleva semplicemente vendere copie della rivista per tirar su i soldi necessari a pagarne la stampa. Voleva invece coinvolgere le persone in un progetto in cui credeva, convinto che potessero portare un contributo nuovo e originale. Aveva fiducia nelle persone, un ottimismo marcato fisiognomicamente dal suo sorriso, che contribuiva al buonumore e stemperava i contrasti.

Da diversi anni, Carmelo era impegnato nel mondo della scuola. Prima come insegnante, poi come preside. Era un impegno che lo coinvolgeva a tempo pieno, a cui dedicava una grandissima passione. L’impegno per non lasciare indietro nessun ragazzo, ma proprio nessuno, la ricerca di una didattica sempre più coinvolgente, erano la cifra dell’impegno di Carmelo, riconosciuto da tutti. Non aveva proprio più il tempo per la ricerca storica. E se da un lato è un peccato che non abbia potuto continuare a portare il suo contributo alla storia, dall’altro è stato di grande aiuto per gli studenti e gli insegnanti con cui ha lavorato. Quante volte parlava di ragazzi con una situazione familiare o esistenziale difficile, cercando di capire come potesse fare per aiutarli. E non desisteva, mai. Perché nessuno va dato per perso e abbandonato.

Il ricordo di Carmelo resta ben presente nelle menti e nei cuori di chi l’ha conosciuto. E per quanto riguarda Storie in movimento e «Zapruder», se sono nate e sono riuscite e continuare, è anche merito suo, del suo impegno e della sua passione.

Fabrizio Billi

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