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SIMposio di storia della conflittualità sociale

SIMposio 2023: leggi il programma della XVII edizione

Che cos’è il SIMposio di storia della conflittualità sociale?

simposio locandina 2012Come suggerisce il nome, si tratta di un momento conviviale di condivisione dei saperi. Più precisamente, questo appuntamento ha per noi lo scopo di offrire un’occasione di studio e approfondimento in maniera esplicitamente non accademica. L’intenzione di fondo, infatti, è quella di rendere viva la vita culturale dell’associazione attraverso un’idea di storia che spazi lontano e coinvolga approcci eterogenei alla materia, nel tentativo di intrecciare assieme contributi che provengono da sensibilità culturali e ambiti disciplinari diversi tra loro. Ed è sulla ricchezza delle differenze che il SIMposio intende scommettere per chiamare alla discussione studenti/esse, laureandi/e, neolaureati/e, dottorandi/e, giovani ricercatori/trici, studiosi/e professionisti/e, insegnanti, o semplicemente quanti e quante sono interessati/e a una diversa declinazione del discorso sulla storia in generale e su quella dei conflitti sociali (intesi, tuttavia, in senso lato) in particolare.

Il SIMposio di storia della conflittualità sociale è nato dopo quasi tre anni dall’avvio del progetto Storie in Movimento (SIM). Tre anni di lavoro durante i quali, di pari passo alla “costruzione” del quadrimestrale «Zapruder», è andato maturando un progetto culturale a livello nazionale e internazionale (oggi arricchito dalla presenza di «Zapruder World») a cui abbiamo voluto declinare in occasione di approfondimento, confronto e dialogo.

Metodo e pratica

Nella pratica, il SIMposio si compone di tre giorni in cui studiose/i dagli approcci, metodi e interessi storiografici diversi si aprono ad un dibattito più ampio. Il tutto all’interno di una cornice conviviale: si condividono pasti, camere e momenti di socialità. L’intento dichiarato è quello di permettere così una discussione e un dibattito completamente slegati dalle esigenze e dai tempi di una sessione di discussione o panel, che noi preferiamo chiamare dialogo.

La piena e consapevole “orizzontalità” dell’approccio comunicativo non collide con l’esigenza di non abbassare la soglia dello spessore culturale dei contributi. Coniugando discussione scientifica, impegno civile/politico e trasmissione di saperi e metodologie, il SIMposio è stato pensato per tutti/e coloro che desiderano apprendere, comprendere, confrontarsi all’interno di uno spazio nel quale ciascuno/a è chiamato/a a portare la propria esperienza e le proprie riflessioni. Oltre il tempo dei dialoghi, ci sta molto a cuore dedicare spazio a un’assemblea conclusiva in cui tutti/e i/le partecipanti portano il loro contributo per fare un bilancio dell’esperienza, per valutare insieme i punti di forza e le debolezze dell’edizione appena trascorsa e del progetto in generale.

Per saperne di più leggi il Vademecum per il SIMposio: linee guida e idee (scarica in .pdf).

Seminario residenziale

simposio zerocalcare dormire

Da: Zerocalcare, Dimentica il mio nome, Milano: Bao, p. 98.

Ci teniamo molto che il SIMposio sia pensato e strutturato come un seminario residenziale, dove si va non solo per tenere o ascoltare una relazione, ma per sedersi a tavola, discutere e anche divertirsi. Questo aspetto distingue il SIMposio da una qualsiasi summer school o convegno accademico. Tuttavia, siamo abbastanza ragionevoli da capire che non sempre si può stare tre giorni in riva al lago, per quanto ci possa piacere farlo. C’è dunque la possibilità di partecipare giornalmente alle attività del SIMposio provvedendo in proprio all’alloggio e, eventualmente, al vitto (scegliendo l’opzione “non residenziale” ed eventualmente pagando a parte solo i pasti effettivamente consumati).

Quanto si paga?

La logica del SIMposio è quella del pagare meno, pagare tutti/e. Per assecondare questa esigenza, abbiamo scelto di non prevedere rimborsi o gettoni per chi è invitato/a a tenere una relazione. Coerentemente ai nostri obbiettivi, il SIMposio vuole essere un’occasione di scambio paritario, dove tutti/e vanno ad imparare dagli altri, pagando tutti/e una quota di partecipazione e permettendo a giovani, studenti/esse, precari/e di potersi permettere un momento di arricchimento e formazione.

Leggi di più sulla pagina Info&Costi.

Borse di soggiorno

Evitare i rimborsi e non pagare gettoni ci permette innanzitutto di bandire ogni anno alcune borse di soggiorno a parziale copertura dei costi, agevolazione riservata a sceglie l’opzione residenziale. Le borse sono destinate a soci/e di Storie in Movimento o abbonati/e a «Zapruder» che hanno un reddito annuo non superiore ai 13.000 euro, con preferenza per studenti/esse, giovani studiosi/e e precari/e.

Leggi il Bando per borse di soggiorno.

Licenza

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