########################################################### ## NEWSLETTER del PROGETTO ## ## STORIE IN MOVIMENTO ## ########################################################### Numero 1 - 15 ottobre 2002 ########################################################### SOMMARIO: --------- * Gli arditi di Clio di Eros Francescangeli * Seconda riunione del Comitato di coordinamento provvisorio: * L'assemblea generale del 1-3 novembre * Proposte per il Seminario di Bologna del 2 novembre 2002 * Contatti con gli editori ########################################################### ################## *** Gli arditi di Clio ------------------ In una guerra di posizione, ogni esercito che si rispetti ha le sue truppe d'assalto, i suoi "arditi". Quando gli assalti frontali divengono sistematici e frequenti la guerra di posizione si trasforma in guerra di movimento; la "spedizione" diviene la norma. Osservando quello che accade nel regno di Clio, pare stia avvenendo proprio questo: i cecchini dell'esercito liberal-populista hanno lasciato il campo libero ai loro arditi; dagli interventi goffi, sporadici e mirati contro la storia scritta "con la penna rossa" (vedi le uscite storacian-staraciane della Regione Lazio sui libri di testo) siamo passati ­ come notato da Nicola Tranfaglia in un articolo su "l'Unità" dello scorso 25 settembre ­ ad una campagna martellante portata avanti dai media che fanno capo al governo e alla Casa delle libertà sulla necessità di riscrivere la storia d'Italia e controllarne l'insegnamento. Gli interventi censori nei confronti di chi dissente o non collima con i desiderata governativi si moltiplicano. Gli esempi sono innumerevoli. Nel luglio di quest'anno il deputato forzitaliota Fabio Caragnani (già distintosi in iniziative di analogo sapore) ha presentato un progetto di legge che, candidamente, s'intitola "Disposizioni per l'insegnamento della storia nelle scuole di ogni ordine e grado" e che recita lapidariamente: "Nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia, in particolare di quella contemporanea, deve svolgersi attraverso l¹utilizzo di testi di assoluto rigore scientifico che tengano conto in modo obbiettivo di tutte le correnti culturali e di pensiero per un confronto democratico e liberale che assicuri un corretto apprendimento del passato con particolare riferimento a quello più recente". L'articolo unico si commenta da solo. Se vi fossero dubbi sulle intenzioni del proponente, questi sono prontamente frugati dalla relazione che accompagna il progetto di legge, la quale ­ partendo dal presupposto implicito che tutti i libri di testo di storia in circolazione siano ciarpame ideologico ­ prospetta la necessità di un controllo dei libri di testo per evitare "falsificazioni e manipolazioni ideologiche della storia". L'evidente incostituzionalità della proposta (che lede la libertà d'insegnamento) e la sua ­ altrettanto evidente ­ inconsistenza scientifica (con quali criteri e chi stabilisce cosa è "obiettivo" e cosa è "manipolazione ideologica"?), non devono portarci a sottovalutare ­ magari sorridendoci sopra ­ i rischi insiti in attacchi di tale portata e natura. Anche perché il loro concetto di obiettività e di "confronto democratico e liberale" (temi demagogicamente cari anche a una certa "sinistra" che, in questa direzione, ha svolto la funzione di apripista) è presto detto: come segnalato dall'Istituto pedagogico della Resistenza di Milano ­ che sulla questione organizza corsi rivolti a insegnanti e studiosi ­ il comune di Novate ha donato alle scuole un opuscolo sulle foibe che esalta "gli eroici soldati di Ante Pavelic"; il consiglio di zona 6 ha regalato alle scuole un testo sulle foibe scritto da un rastrellatore di partigiani, per "ripristinare la verità storica"; l'assessore milanese Bozzetti ha omaggiato i suoi colleghi di Giunta con un libro su "Ezra Pound e il turismo colto a Milano" contenente, tra l'altro, il discorso di Mussolini agli operai milanesi, tenuto nel 1934. E ancora, la Regione Lombardia (utilizzando il denaro pubblico) ha diffuso gratuitamente in migliaia di copie un libro, "Ripensare la cultura", corredato di Cd-Rom, nel quale si esaltano i convegni della Regione "dedicati a Julius Evola, Ezra Pound, le scelte della Rsi e i suoi personaggi"; il 17 aprile di quest'anno un assessore di AN alla Provincia di Milano ha proposto in un convegno che vengano diffusi nelle scuole i testi delle case editrici Il Cerchio e Identità Europea, vicine all'area culturale della destra al governo. L'offensiva non si esaurisce, però, nella sfera meramente culturale (scuole, libri, divulgazione, ecc). Anche a livello simbolico-toponomastico l'offensiva procede con incursioni vieppiù incisive: strade, busti e monumenti consacrati a gerarchetti di periferia, piazze Matteotti che tornano al loro antico nome, vie Mussolini in attesa di essere approvate da compiacenti commissioni urbanistiche, una sala di un importate scalo aeroportuale intitolata ­ addirittura ­ ad un quadrumviro della "rivoluzione fascista". Giunti a questo punto, se qualcuno proponesse un Piazzale Adolf Hitler non ci stupiremmo più di tanto. Guai ai vinti. Questo è il molto che sembra ispirare coloro che, senza peli sulla lingua, dicono di voler riscrivere la storia. Per realizzare ciò non vanno certo per il sottile. Come non ricondurre, infatti, a questa logica i molti episodi di revanchismo storico-politico-amminitrativo-giudiziario che hanno caratterizzato questa fine estate del 2002? Gli episodi sono molti; ne cito, per brevità, solo quattro o cinque, volutamente diversi tra loro: la destituzione di Paola Carucci da sovrintendente dell¹Archivio centrale dello Stato; l'arresto di Paolo Persichetti e l'espulsione dall'Italia di Jaime Yovanovic Prieto; il processo allo storico Casarrubea; la querela di Giulio Caradonna al centro sociale romano La Strada. Il primo caso ci dà la cifra di quanto si sentano forti, di come ostentino arroganza senza ritegno alcuno. Non siamo di fronte a un caso singolo, ascrivibile all'interno di una lotta di potere o a semplici pratiche di avvicendamento amministrativo. Siamo di fronte a un monito, a un'esecuzione esemplare. "Possiamo colpire ovunque e chiunque" sembrano voler dire. Grazie ad una pista resa già percorribile dalla legge Bassanini sullo "spoil system", da un giorno all'altro Paola Carucci (professore ordinario di archivistica, le cui competenze tecniche sono ampiamente riconosciute) è stata destituita dall'incarico di sovrintendente dell'Archivio centrale dello Stato. Al suo posto, il ministro Urbani ha nominato Maurizio Fallace che proviene dalla carriera amministrativa e, salvo sorprese, non dovrebbe essere estremamente ferrato in materia. Unita alla chiamata di Susanna Agnelli, Piero Melograni e Cesare Mirabelli nel Consiglio nazionale dei beni culturali (in sostituzione di tre membri "disomogenei"), l'avvicendamento di un esperto con un funzionario amministrativo alla direzione dell'unico ente con funzioni esclusivamente tecniche e culturali tra quelli coinvolti nell'operazione di maquillage politico-amministrativo, oltre a palesarci la natura politica del defenestramento, è un indice ­ dato che si tratta del luogo ove sono, o dovrebbero essere, conservate le memorie "ufficiali" (e talvolta "ufficiose") dello Stato ­ della considerazione del governo verso la ricerca storica. In un contesto in cui la storia svolge una funzione ancillare, tutto lascia supporre che vi potranno essere restringimenti degli spazi di accesso, quindi di ricerca, quindi di controllo, quindi di libertà e democrazia. In fondo, come scriveva Orwell in "1984", chi controlla il presente controlla il passato, e chi controlla il passato controlla il futuro. Attorno ai casi di Persichetti e Yovanovic Prieto è stata invece imbastita una raffinata campagna di disinformazione mediatica che ha attecchito anche a sinistra: presentati dalla stampa di destra come due pericolosi malviventi, i due professori (il primo un ex BR esule in Francia, il secondo un ex dirigente del MIR cileno) hanno subito provvedimenti restrittivi (il primo sta scontando una pena per un reato "apparso" solo in appello nel supercacere di Marino del Tronto; il secondo liberato solo pochi giorni fa è stato espulso dall'Italia e incarcerato a Joannesburg per essere estradato in Cile, dove lo attendeva la possibilità della pena di morte). Tranne qualche attestato di solidarietà, gli intellettuali di sinistra non hanno mosso un dito. Eppure Persichetti aveva trovato asilo nella civilissima Francia (non in Libia, a Cuba o in Iraq!); eppure Yovanovic Prieto è accusato sulla base di un vecchio mandato della magistratura militare cilena (quella di Pinochet, per intenderci). Ma tant'è. Cattiva coscienza (anche in questi due casi il ruolo di apripista era stato ben interpretato dal precedente governo di centrosinistra), ragioni di opportunità politica e il timore di essere confusi con dei presunti "terroristi" hanno prevalso su tutto, travolgendo i principi, i diritti e ­ cosa che a noi interessa nello specifico ­ anche l'analisi e la contestualizzazione dei fenomeni. Della lotta armata, della legislazione emergenziale, delle lacerazioni degli anni Settanta, delle dittature latinoamericane cresciute all'ombra del vessillo a stelle e strisce, meglio non parlarne. Evidentemente sono questioni di esclusiva pertinenza di questurini, militari e magistrati. E la destra (politica, sociale, culturale) passa, anche in questo caso, ad incassare. Altro scenario: presso la Pretura di Partinico, si è aperto il processo intentato dal generale dei carabinieri in pensione Roberto Giallombardo contro Giuseppe Casarrubea, storico che da anni si batte per la ricerca della verità sui mandanti della strage di Portella della Ginestra e di altri episodi riconducibili ad un'unica strategia antisindacale. Lo studioso, sulla scorta di una vasta bibliografia, di atti processuali e di documenti della Commissione antimafia, ha sostenuto che alcuni elementi chiave di quelle "operazioni" erano confidenti delle autorità di pubblica sicurezza in Sicilia e, una volta divenuti scomodi, premeditatamente eliminati. Che una simile interpretazione non sia gradita ai vertici dell¹Arma è pacifico. In un presente caratterizzato dal "Manuela Arcuri style" e dalla spasmodica rappresentazione di un arma dei carabinieri "civile, corretta e democratica" (tanto che se a Genova "c'è scappato il morto", la colpa è di una pietra vagante!), che si cerchi tuttora di inquinare il passato presentando i tutori dell'ordine come i paladini della giustizia e del progresso è oltremodo comprensibile. Anche se profondamente ingiusto, ne hanno facoltà. Non potrebbero però, a rigor di Costituzione, opprimere la conoscenza storica. Invece ­ incuranti della Carta fondamentale alla quale hanno prestato solenne giuramento ­ possono prendersi la libertà di trascinare la ricerca scientifica nelle aule dei tribunali. A smentita di quanto si gridava nei cortei degli anni Settanta, non solo la "lotta di classe", ma anche la "sua storia" si può processare. Eccome. Infine, un caso analogo. Lo scorso 24 settembre, presso il Tribunale di Roma, si è tenuta la terza udienza della causa intentata dall'ex parlamentare missino Giulio Caradonna contro il centro sociale La Strada di Roma e l'Associazione Isole nella Rete. Caradonna chiede un risarcimento di 250 milioni di vecchie lire affermando di essere stato diffamato dal contenuto di un dossier sulla storia del neofascismo in Italia che lo qualifica come "squadrista". Nel corso dell'udienza, Caradonna ­ smentendo le notizie di pubblico dominio sulla sua attività negli anni Settanta ­ ha affermato di non aver mai guidato azioni di tipo squadristico né compiuto atti di violenza. Se fosse solo una questione di "diritto privato all'oblio" si potrebbe lasciar correre. Ma di fronte al tentativo ­ accompagnato da una richiesta d'indennizzo ­ di narcotizzare (perché di questo si tratta) l'intelligenza degli anni della strategia della tensione e dell'eversione nera, non si può far finta di niente. Entro la fine di ottobre, Isole nella Rete dovrà presentare al magistrato la documentazione idonea a dimostrare l'affidabilità di quanto affermato e indicare dei testimoni al corrente delle attività squadristiche portate avanti da Caradonna. Non lasciamoli soli. Aiutiamoli, contribuendo così ad abbozzare quel tentativo di controffensiva storiografico-culturale del quale v'è un immenso bisogno. Forse "passeranno" anche questa volta. Ma almeno proviamo a fermarli. O, quantomeno, a non spianargli la strada. Eros Francescangeli -------------------------------------------------------------- *** Seconda riunione del Comitato di coordinamento provvisorio -------------------------------------------------------------- Cantiano (PU) 21-22 settembre 2002 Presenti (del CCP): Liliana Ellena, Luca Fanelli, Eros Francescangeli, Paola Ghione, Carlo Modesti Pauer, Toni Rovatti, Paola Zappaterra. Assenti (del CCP): Enrica Capussotti, Carla Pagliero, Damiano Palano, Simona Urso, Franco Vite. Hanno partecipato ai lavori anche: Mario Coglitore, Alessio Gagliardi, Marco Lorenzin, Mauro Morbidelli, Simone Ricci. Più che giustificata l'assenza di Simona Urso e Carmelo Adagio in attesa della nascita di Irene Luce, avvenuta sabato 5 ottobre. A Simona,Carmelo e Irene Luce i nostri migliori auguri! Sulla base del mandato ricevuto dall'assemblea del 25-26 maggio e di quanto definito nella riunione del CCP del 15-16 giugno, il gruppo dei dodici ha portato avanti il lavoro muovendosi, soprattutto in due direzioni: quella del Progetto in generale (nuovo manifesto, associazione, statuto, ecc.) e quella della rivista (lettera agli editori e successivi incontri). Per quanto riguarda il settore multimediale (parte integrante del progetto di Storie in movimento), si lavorerà per il web (sito) ma anche per produrre immagini, filmati, testi da allegare su CDROM, da mettere sul sito, o da proporre su VHS o DVD, usando di volta in volta il supporto più opportuno e cercando di rimettere in discussione le pratiche e le modalità della ricerca storica, aprendosi ad altre discipline, altri linguaggi ed altri materiali usati spesso come fonti (fotografia e cinema, immagini e suoni), ma difficilmente utilizzati come veri e proprio testo. E'stato attivato un gruppo di lavoro incaricato di stilare progetti operativi. La riunione è stata densissima e tutto sommato positiva, anche se dei 18 punti previsti se ne sono discussi solo 6 o 7 (quelli ritenuti prioritari). In particolare, si sono definiti i lavori dell'assemblea generale (e del seminario), si sono individuati i tre temi portanti (e le parole chiave con cui affrontarli) compresi nella cornice "Conflittualità e controllo" da sottoporre alla discussione dell'assemblea, si è proceduto nella definizione del manifesto e della bozza di statuto (anche questo da sottoporre alla discussione dell'assemblea). --------------------------------------- *** ASSEMBLEA GENERALE DEL 1-3 NOVEMBRE --------------------------------------- Sede: ----- Dopo aver scartato Firenze (per mancanza del supporto logistico) e Roma (troppo decentrata rispetto alla geografia delle adesioni) si è optato nuovamente per Bologna. Sessioni: --------- I) Venerdì pomeriggio, 1 novembre (15:00-19:30): Lettura del nuovo manifesto e presentazione del progetto "Storie in movimento", della sua struttura associativa e dello statuto (rel. Liliana Ellena - Eros Francescangeli) II) Sabato mattina, 2 novembre (9:30-13:00): Discussione seminariale su "Conflittualità e controllo". Brevi relazioni: "Le parole della conflittualità: violenza, conoscenza, comunicazione, identità" (Carlo Modesti Pauer); "Piazza" (Paola Ghione); "Storia messa al lavoro" (Eros Francescangeli); "Lavoro, forme di produzione e consumo" (Gabriele Polo) III) Sabato pomeriggio, 2 novembre (15:00-19:30): Discussione sul Progetto editoriale e sui primi tre numeri della rivista IV) Domenica mattina, 3 novembre (9:30-13:00) prosecuzione della discussione del progetto editoriale e definizione organismi interni e di coordinamento. Presidenza: ----------- La proposta di presidenza è la seguente: Fabrizio Billi (Bologna), Damiano Palano (Milano), Diego Giachetti (Torino), Paolo Vernaglione (Roma). Aspetti logistici: ------------------ Per l'alloggio: ospitalità dei compagni bolognesi e (eventualmente) struttura coperta per sacchi a pelo. Per i pasti: sono coperti (c/o il luogo dell'assemblea, dotato di cucine) la cena di venerdì 1 e il pranzo e la cena di sabato 2. IMPORTANTE: coloro che hanno intenzione di partecipare all'assemblea generale, contattino Fabrizio Billi [lol8302@iperbole.bologna.it; tel. 349 4245545] per comunicargli (e/o chiedergli): 1) la propria partecipazione (dobbiamo sapere quanti siamo per organizzarci per i pasti); 2) se si ha bisogno di un posto letto; 3) se, eventualmente, si è disposti a dormire con sacco a pelo; 4) ogni altra cosa che riteniate utile (se si arriva in treno o in auto, ecc.). ------------------------------------------ *** SEMINARIO di BOLOGNA (2 novembre 2002) ------------------------------------------ Nella due giorni cantianese, abbiamo dedicato molto tempo a chiarirci cosa intendevamo per "conflittualità e controllo", il tema scelto per il dibattito seminariale che si terrà sabato 2 novembre a Bologna, sulla base delle indicazioni assembleari. (vedi Lettera informativa n.10, del 8/7/2002). La discussione è giunta unanimamente ad una soluzione che ha convinto tutti i presenti. A "conflittualità e controllo" si è attribuito un valore "euristico", nel senso che la categoria non è stata più considerata l'oggetto di studio, l'argomento tout court, del primo anno di lavoro della rivista, ma la chiave interpretativa che sta a monte, attraverso la quale interrogare, con la strumentazione dello storico, i temi che ci daremo via via. Ciò ci dovrebbe permettere di leggere i fatti, interrogare le fonti e produrre ricerca senza incorrere nella "deriva" événementielle - lo storico che non sa che dire o non vuole dire e che fa cronaca - e in tentazioni teorico-politico-antropologiche, che ci porterebbero lontano rispetto agli obiettivi che ci siamo dati. In altri termini, si è partiti - direi inavvertitamente, senza cioè una reale consapevolezza - muovendoci dal generale al particolare, spinti dalla necessità di approfondire le coordinate in cui inscrivere il progetto e di conseguenza il "passepartout" interpretativo, ricambiabile o meglio "in divenire", che vorremmo applicare per iniziare il percorso di ricerca. Ciò per evitare di perdersi nel particolare e che il particolare, nudo e senza connessioni, trascini il progetto "altrove". Tutta una generazione di studiosi sconta, per come è costituita l'università, una perdita complessiva di senso, una chiusura nel "micro" e nello specialismo, ecc. ecc. Arginare questo rischio centrando fin dall'inizio le coordinate interpretative con cui [obbligatoriamente] misurarsi è elemento positivo di crescita (nella presunzione di promuovere "vera ricerca"). Premesso che ci occupiamo di conflittualità, come declinare la materia? In questo primo anno attraverso la categoria del "controllo", magari nel secondo lavorando sull'"autorappresentazione", il terzo sull'"identità" e via dicendo (sono solo degli esempi). Definito questo, abbiamo iniziato a ragionare sui temi da mettere al centro del primo anno di lavoro del Progetto, partendo da quelli emersi nelle varie assemblee e nelle discussioni in ML. Il criterio di selezione è stato quello di privilegiare la ricaduta per così dire "politica" del tema, che non può essere avulso da ciò che accade oggi, la centralità-priorità di alcune riflessioni rispetto ad altre e la sufficiente pervasività (che scarta argomenti troppo specifici). Altri temi proposti sono stati: "corpi e identità", "guerra" e "confini, razze e nazioni", e si è deciso, a votazione, di portare alla discussione dell'assemblea di novembre i seguenti argomenti e di ritornare in un secondo momento su quelli momentaneamente accantonati o altri ancora: 1) piazza (rappresentazione, dinamiche e modelli) 2) storia messa al lavoro (uso pubblico) 3) lavoro, forme di produzione e consumi Ad ognuno di questi argomenti dovranno corrispondere 4 saggi lunghi (20 cartelle circa), che - come si è detto - verranno ospitati nella parte monografica dei numeri 1-2-3 della rivista (affrontati misurandosi, preferibilmente, con la categoria del *controllo* e occupandosi non solo dell'età contemporanea e non solo dell'Italia) e altrettante direzioni di lavoro sul versante Multimedia.. Il seminario, a cui sarà dedicata l'intera giornata del 2 novembre, pensato come un seminario "interno", avrà, dunque, una doppia finalita´: la definizione di alcune aree specifiche su cui vertera´il nostro progetto e contemporaneamente l´articolazione dei menabò dei primi 3 numeri della rivista. Una prima parte verrà dedicata all'introduzione dei temi generali e una seconda alla discussione e individuazione dei temi particolari. Relazioni introduttive: - "Le parole della conflittualità: violenza, conoscenza, comunicazione, identità", a cura di Carlo Pauer, in cui si mettono a fuoco le coordinate più generali valide per il primo anno di attività (non solo dunque per la rivista cartacea, ma anche per le altre produzioni che promuoveremo - audiovisive, multimediali, seminariali, ecc) - introduzione al tema "piazza", a cura di Paola Ghione - introduzione al tema "storia messa al lavoro", a cura di Eros Francescangeli - introduzione al tema "lavoro, forme di produzione e consumi", a cura di Gabriele Polo Tutte e 4 le relazioni andranno fatte circolare in forma sintetica (4/5 cartelle la prima, 2/3 le altre) qualche giorno prima dell'assemblea, in modo da consentire a tutti, di intervenire nel merito. Dal seminario in questo modo dovrebbe emergere con sufficiente chiarezza da un lato il profilo del primo numero della rivista e dall´altro le tappe attraverso cui vogliamo andare a costruire dei progetti i cui esiti confluiranno in parte nei numeri successivi della rivista e in parte nei progetti e nelle iniziative che curerà la redazione Multimedia. --------------------------- *** INCONTRI CON GLI EDITORI ------------------------ Tra la fine di agosto e il 20 settembre si sono svolti gli incontri con gli editori che si sono dimostrati interessati a pubblicare la rivista o a sostenere il progetto. "Carta" e Odradek (i cui responsabili sono stati incontrati, rispettivamente, da Paola Ghione e Carlo Modesti Pauer) hanno formulato proposte organiche che saranno vagliate. Feltrinelli ci farà sapere entro qualche giorno. --------- a) CARTA --------- Gigi Sullo, direttore del settimanale, è sostanzialmente ben disposto e interessato al progetto. Ferma restando la nostra assoluta autonomia culturale e politica: CARTA NON PUO': - contribuire a livello economico alla realizzazione della rivista, né investire alcunchè in denaro - offrire locali per la redazione - gestire, in linea di massima, i nostri abbonamenti, o almeno è un aspetto da discutere CARTA PUO': - garantire la distribuzione nelle maggiori edicole italiane (5.000 copie) - distribuire la rivista incelofanata con il settimanale e acquistabile a parte - proporre l'abbonamento alla rivista a prezzo speciale ai propri abbonati (circa 2.500) - inserire la rivista, a prezzo speciale, tra le offerte per la sua campagna-abbonamenti - proporre l'abbonamento "Zapruder" + "Carta" a prezzo speciale - distribuire le rese delle edicole nelle 350 librerie con le quali ha rapporti - provvedere alla vendita diretta durante manifestazioni, iniziative politiche, feste, ecc. e nei circa 50 punti vedita di cui dispone su territorio nazionale - stampare la rivista previo pagamento delle spese - pubblicizzare gratuitamente la rivista su "Carta" e sul "Manifesto" e senza difficoltà su "Liberazione" e "l'Unità" - pubblicizzare gratuitamente la rivista sulla sua "newsletter" (12.000 indirizzi), sul suo sito web e su "Radio Carta", già presente in 22 province italiane - scrivere della rivista e del progetto su "Carta" - socializzare la "domanda di storia" proveniente dai suoi lettori, potenziando il bacino delle collaborazioni nazionali e internazionali INOLTRE: - il distributore prende il 40% del prezzo di copertina, il resto del ricavato è interamente nostro ---------- b) ODRADEK ---------- Claudio Del Bello, proprietario della casa editrice e aderente al nostro progetto fin dalla prima ora, assicura l'indipendenza della rivista, è disposto ad investire e crede politicamente all'iniziativa. - Distribuzione: nelle librerie e non nelle edicole - Le copie sono metà e metà, della nostra metà facciamo ciò che ci pare - Tutte le vendite effettuate per mezzo del distributore vengono intascate dall'editore, invece tutti gli incassi degli abbonamenti andrebbero a noi - Gli incassi della vendita militante vanno a seconda di chi fa la vendita - Pagamenti a tre mesi - Segreteria a carico nostro - Spedizioni degli abbonamenti con il prezzo vantaggioso fatto agli editori - Pubblicizzazione su sito e newletter (circa 20.000 indirizzi) - Niente magazzino Del Bello, nel caso si optasse per una tiratura di 6.000 copie, non esclude la possibilità di distribuire la rivista nelle principali edicole. E' questa un'ipotesi che deve essere ancora approfondita. ----------------------------------------------- c) Relazione sull'incontro con Carlo Feltrinelli --------------------------------------------- Preceduto da un lungo colloquio con Raf Valvola Scelsi (aderente al progetto e collaboratore della casa editrice Feltrinelli), nel primo pomeriggio del 18 settembre si è svolto a Milano - presso la sede centrale della casa editrice - l'incontro con Carlo Feltrinelli. Oltre a Feltrinelli e Scelsi erano presenti Giovanni Scirocco e il sottoscritto. Dopo una sintetica illustrazione delle finalità del progetto, delle tappe del suo percorso costitutivo e del suo profilo identitario, è stata rinnovata la richiesta di "copertura editoriale", già formalizzata con la lettera spedita agli editori quest'estate. Dopo aver premesso che non c'era stato molto tempo per analizzare la proposta, e che per la casa editrice Feltrinelli pubblicare una rivista significa riattivare un filone attualmente congelato (quindi rivedere le coordinate editoriali), Carlo Feltrinelli si è dichiarato favorevolmente impressionato dal progetto "Storie in movimento" (del quale ne condivide, in linea di massima, lo spirito.) In particolare, ha espresso molta soddisfazione per il fatto che vi sia una nuova generazione di storici (un nucleo centrale di 30-40enni ma anche molti "giovanissimi"), che potrebbe contribuire a rivitalizzare un panorama storiografico ossificato. Al di là del discorso della rivista, ha espresso decisamente la volontà di entrare in relazione con il progetto e le sue energie. Si è detto anche disposto - compatibilmente con le esigenze e le disponibilità delle strutture che fanno capo agli organismi che dirige o presiede - a offrire forme di supporto logistico (sedi della Fondazione Feltrinelli, librerie) per lo svolgimento di riunioni, presentazioni o altre iniziative. Rendendosi conto della differenza di "peso specifico" (in termini economico-finanziari) esistente tra il gruppo editoriale che dirige e un progetto come il nostro, ha puntualizzato che l'autonomia di "Storie in movimento" (un altro punto di forza del progetto) verrà, in ogni caso, salvaguardata. Dopo un'ora, l'incontro si è concluso con l'accordo che la casa editrice Feltrinelli ci farà sapere in merito all'eventualità di editare la nostra rivista. (Eros Francescangeli) ---------------------------------------------------------------------------- _______________________________________________ Rivistoriantago mailing list Rivistoriantago@inventati.org http://www.inventati.org/mailman/listinfo/rivistoriantago ##################################### *********************************************************** ########################################################### ## NEWSLETTER del PROGETTO ## ## STORIE IN MOVIMENTO ## ########################################################### Coordinatrice della newsletter: Carla Pagliero, carla.pagliero@fastwebnet.it La newsletter del Progetto Storie in movimento è inviata agli aderenti del progetto e a tutti coloro che ne fanno richiesta. Gli indirizzi di posta elettronica presenti nella nostra rubrica provengono da richieste o segnalazioni pervenuteci, oppure da elenchi e servizi di pubblico dominio pubblicati in Internet. 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