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E cosa succede negli “Altrove”?

Stefano Agnoletto, Diario di un fuoriuscito. Le memorie di Pietro Rostagno, l’eretico errante, Scatole Parlanti, 2022, pp. 220

Stefano Agnoletto, uno dei fondatori della nostra associazione, ha scritto un romanzo ucronico mettendo in gioco le sue conoscenze e competenze storiche (e non solo). Abbiamo chiesto a Luigi Bechini di leggerlo per noi e di raccontarci come è andata questa operazione solo apparentemente off-topic.

E cosa succede negli “Altrove”?

Luigi Bechini

Nel 1990 Pietro Rostagno è un venticinquenne milanese che vive ancora con i suoi genitori, ha una fidanzata e studia per un dottorato di ricerca. La mattina dopo un venerdì sera qualunque, trascorso in compagnia di tre amici a parlare di sesso, amicizia, filosofia e politica, Pietro si ritrova catapultato in un universo parallelo, una realtà non solo sconosciuta ma anche incomprensibile. Un universo dove non esistono il denaro, la famiglia, i marchi sui prodotti e dove ognuno riceve e dà secondo i suoi bisogni. Un mondo in cui un’ideologia collettivistica ha sconfitto la rivoluzione industriale, il capitalismo e l’individualismo. Il suo viaggio è solo all’inizio: nel corso del romanzo Pietro, nel suo tentativo disperato di tornare “a casa”, attraverserà altri sette universi paralleli (gli “Altrove”) dove la storia è andata in modo diverso da come la conosciamo.

Questo romanzo potrebbe essere presentato come l’esempio di uno scritto di uno storico che dopo decenni impiegati a pubblicare un numero abnorme di articoli e saggi di storia economica e sociale, aver passato giorni in archivio a cercare le fonti e notti intere spese ad interpretarle, ha deciso di prendersi una pausa e scrivere un romanzo ucronico di puro intrattenimento. Potremmo derubricare questo romanzo a una sorta di scherzo, un divertimento ben riuscito. Si potrebbe descrivere Diario di un fuoriuscito come un gioco in cui Stefano Agnoletto si è divertito a inventarsi le avventure incredibili del protagonista partorito dalla sua fantasia, Pietro Rostagno, che vaga attraversando mondi utopici e distopici.

Al contrario io credo che Diario di un fuoriuscito abbia invece rappresentato per Stefano Agnoletto un tentativo che non mirava “solo” a scrivere un romanzo, con l’intento di intrattenere il lettore con avventure mirabolanti, impossibili e surreali in fantasiosi universi paralleli. L’obiettivo dell’autore, a mio parere esplicito e non nascosto, era usare lo strumento dell’ucronia per accompagnare il lettore in percorsi di riflessione critica sulla “nostra” realtà.

Attraverso lo specchio deformato di altri universi paralleli in cui le cose sarebbero andate in modo diverso, Stefano Agnoletto ci permette di guardare alla nostra realtà, al presente come al passato, con uno sguardo esterno, oserei dire oggettivo, se questa parola avesse un senso applicata alle vicende umane. L’autore riesce in questa impresa attraverso un approccio originale al genere letterario dell’ucronia, cimentandosi in una operazione intellettuale ambiziosa: scrivere una trama ucronica che si distacca dal tradizionale approccio evenemenziale tipico di questo genere letterario, per focalizzarsi sui processi, sulla lunga durata. In questo romanzo ucronico non troverete “il fatto” che ha cambiato la storia (il Napoleone che muore in culla), né l’eroe che vuole rimettere le cose a posto. Stefano Agnoletto ci propone una modalità originale di deviazione dalla storia che ha a che fare con la struttura profonda delle relazioni sociali ed economiche. Come ha affermato lo stesso autore, la sfida di Diario di un fuoriuscito è stata applicare l’insegnamento degli Annales all’ucronia, con un intento pedagogico (e forse ideologico) in realtà non nascosto[1]. Giocando con i processi e la struttura, e non con la sovrastruttura evenemenziale, Stefano Agnoletto ci porta a ragionare sulle potenti (e spesso invisibili ai contemporanei) forze sotterranee che caratterizzano e plasmandola nostra realtà, ma lo fa non con un saggio, ma con un romanzo che riesce comunque ad essere avvincente e piacevole da leggere, come un romanzo deve essere.


[1] Presentazione di Diario di un fuoriuscito, Milano 24 ottobre 2022.

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