Dentro il conflitto, oltre il lavoro?
Il prossimo numero di «Zapruder» propone una riflessione storica sui processi di formazione della classe lavoratrice: un tema indubbiamente “classico”, che il numero prova ad affrontare attraverso chiavi di lettura nuove.
Il percorso suggerito da Andrea Brazzoduro, Christian De Vito e Giulia Strippoli, che hanno curato il numero, passa attraverso una triplice espansione del campo di ricerca: i lavoratori e alle lavoratrici non sono necessariamente salariati/e; il lavoro è anche altro rispetto all’attività manuale della produzione di merci; i luoghi della produzione capitalista, come la fabbrica, non sono gli unici luoghi in cui cercare e indagare la classe. Il numero parla di lavoratori e lavoratrici, dunque di conflittualità sociale, migrazioni, territori, genere, etnia. Allo stesso tempo, è centrale l’interesse per il modo in cui le definizioni e le (auto)percezioni della classe diventano parte integrante del processo stesso di formazione – o non formazione – della classe.
Un punto di partenza dell’impianto del numero è Rivoluzione industriale e classe operaia in Inghilterra (1963) di Edward P. Thompson ancora attuale perché in grado di contrastare concezioni deterministiche della classe. In questa prospettiva, rifiutando di pensare alle classi sociali come ad entità monolitiche, anche la conflittualità e la coscienza di classe si collocano nel flusso della storia e non sono considerate astratte “prese di coscienza” di una condizione di sfruttamento: le classi sociali non sono quindi entità predefinite o riflesso automatico di un modo di produzione.
Per affrontare la complessità di questo percorso, sono stati selezionati saggi relativi a vari luoghi del globo e al periodo tra il XIX secolo e oggi, con la consapevolezza che l’arco cronologico potrebbe essere davvero molto più ampio. Agli autori e alle autrici dei saggi è stato inoltre chiesto di combinare la riflessione teorica con lo studio empirico, in modo da verificare la capacità euristica delle piste di ricerca.
Cosa c’è nello Zoom? Un’anteprima
Come di consueto, nel numero troverete uno Zoom di carattere monografico costruito attorno a tre contributi. Il primo, di Marcelo Badaró Mattos, propone una “storia connessa” dei movimenti antischiavisti e del movimento operaio nel XIX secolo, facendo emergere inaspettati punti di contatto tra le due esperienze di lotta, con momenti di frattura ma anche di solidarietà. Paulo Fontes, invece, analizza la migrazione dal nord-est brasiliano alla città di San Paolo fra anni cinquanta e settanta del Novecento e problematizza il processo di costruzione di un’identità di classe che per lavoratori e lavoratrici migranti si definisce necessariamente all’incrocio di reti sociali trans-locali, stereotipi, identità regionali ed etniche fluide. L’ultimo contributo, di Michael Reisch, amplia gli orizzonti dell’indagine sull’origine e la composizione della classe concentrandosi sui social workers statunitensi del secondo dopoguerra e indagando il ruolo che nella formazione della classe lavoratrice hanno quei “tecnici dei saperi speciali” (social workers, ma anche medici, psicologi, psichiatri, infermieri, ecc.) la cui identità sociale e politica è costruita a partire dalla loro posizione strutturalmente mediana di lavoratori/“operatori” che si muovono tra aiuto e controllo sociale, istituzioni e “utenza”, professionalismo e attivismo sociale.
A questa prima parte del numero dedicata all’espansione del campo e dell’oggetto di studio corrisponde una seconda parte centrata sui processi di definizione della classe e sui suoi effetti. Contributi diversi anche nella forma (per le rubriche Immagini, Schegge, Altre narrazioni, Interventi) affrontano la definizione della classe nella prospettiva dei maoismi, della sinistra rivoluzionaria in Italia, dei femminismi, della teoria critica benjaminiana.
Il numero 37 di «Zapruder» sarà in uscita a breve! Lo puoi trovare in libreria oppure richiedere la tua copia effettuando l’ordine a questa pagina.