Pur fra qualche interruzione, non ci perdiamo per strada l’archivio digitale di #adottaZapruder. Chiudiamo il 2017 con i pungi neri al cielo di Tommie Smith e John Carlos della copertina del n. 4 di «Zapruder»…
A partire dalla fine del XIX la pratica sportiva si è affermata, oltre che come attività ludica, anche come strumento per la costruzione di identità collettive, aggregante per i movimenti politici e vettore di consenso. Dalle associazioni sportive che facevano riferimento alle organizzazioni di massa dei primi decenni del Novecento fino ai grandi eventi che ancora oggi mobilitano risorse e attraggono pubblico a livello globale, questo numero di «Zapruder» indaga le correlazioni tra pratica sportiva e costruzione di identità nell’età contemporanea.
Il rapporto tra sport, politica e società non viene definito solo nel processo verticale di inquadramento all’interno di strutture organizzative, come nel caso dei movimenti e dei partiti di massa del XX secolo, ma si è alimentato anche di processi spontanei di riconoscimento, da parte di comunità territoriali o classi sociali, nelle imprese di singoli atleti o squadre, coinvolgendo qualsiasi disciplina: dal calcio al ciclismo, dal rugby all’alpinismo. Così come non è solo la pratica comune a consolidare legami e riconoscimento reciproco, ma è stata, ed è tutt’ora, anche la fruizione di spazi e momenti dedicati allo sport, gli stadi prima di tutto, a nutrire nel pubblico l’idea di essere parte di una collettività coesa e omogenea, e continua a rappresentare uno spazio di conflitto, conclamato o latente.
Il numero, uscito nell’estate del 2004, è oggi disponibile online.
Grazie a Luca per averlo digitalizzato.
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