Fra poche settimane l’archivio di «Zapruder» sarà completamente digitalizzato e i primi diciotto numeri, fino ad oggi disponibili soltanto in formato cartaceo, liberamente consultabili online, grazie ai/alle tanti/e aderenti di #adottaZapruder…
«Passano le merci, non passano le persone. È questa la loro globalizzazione», uno slogan datato – pre 2001 – eppure purtroppo ancora così attuale! Confini senza fine, il quindicesimo numero di «Zapruder» nasceva dalla riflessione sul significato di varcare una frontiera e sull’incontro e/o scontro tra popoli e culture vicini e diverse.
L’angolatura che avevamo scelto era quella del confine orientale italiano, per evidenziare il paradosso di una Europa che si propagandava come fortemente unita dal trattato di Schengen, ma nella quale si scontravano grandi fortezze e “piccole patrie”. Partivamo da un dato: la disgregazione dell’ex Jugoslavia aveva fatto ri-nascere un certo revanscismo nostrano nei confronti di Slovenia e Croazia.
Nel marzo 2004 il parlamento aveva istituito il 10 febbraio come giorno del ricordo – una delle “solennità civili italiane” – «al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». Noi abbiamo cercato di ricordare proprio tutto e di farlo bene, dunque con dati, fonti, contesto e complessità. È stato il nostro primo modo di contrastare quell’uso pubblico della storia funzionale a ridurre foibe ed esodo ad una questione solo nazionale/di italianità/del bravo italiano contro il “barbaro” slavo.
Rileggerlo oggi, grazie a Deborah che lo ha digitalizzato per la campagna #adottaZapruder, ci permette di vedere alcune continuità.
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