#adottaZapruder… meno uno! A cinquant’anni dal 1968, dieci anni dopo l’uscita del n. 12 di «Zapruder», rileggiamo questo numero e ribadiamo ancora una volta che il Sessantotto non è una ricorrenza, ma una stagione di lotta e di protesta.
Nel quarantesimo anniversario del lungo Sessantotto, avevamo costruito un numero di «Zapruder» (16/2008) con l’intento di «aprire una finestra sulla complessità» di un periodo fondamentale per la storia del Novecento e per la storia dei movimenti sociali e politici.
Come capita spesso di fronte a una ricorrenza, invece di celebrarla… ci piace guardarci dentro, metterla in controluce, scuoterla o rovesciarla. Sessantotto “rovesciato” – l’editoriale di Adriana Dadà e Paolo Memcarelli che introduce il numero – infatti sottolinea la necessità di controvertere la rappresentazione massmediatica, spesso anche storiografica, che si focalizza solo sugli aspetti “alti” del conflitto di quegli anni (classe operaia/università/gruppi armati, ma anche Milano/Torino/Roma), ed è a volte anche funzionale alla demonizzazione di tutta la stagione dei movimenti; e si propone di farlo attraverso la prospettiva data da un’ottica decentrata. Un rovesciamento che è un voluto omaggio a Gianni Bosio, e che è stato praticato attraverso la valorizzazione delle esperienze di base, il riconoscimento della diffusione capillare nei territori non metropolitani e lo spazio agli spezzoni di movimento ritenuti “non centrali” di cui si compone Rivolte a margine.
Siamo appena entrati nell’anno delle celebrazioni del cinquantesimo del lungo Sessantotto. Rileggiamo insieme Rivolte a margine che grazie alla campagna #adottaZapruder e a Federica che lo ha digitalizzato, è da oggi interamente disponibile online in download gratuito.
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